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“Turismo e Cultura cadono a pezzi” le considerazioni pessimistiche di Daniele Brocchi giovane segretario di Assoturismo Roma e Lazio.

 

“Mie cari signori viviamo il peggio momento della storia di questo paese per quello che riguarda questi due settori fondamentali, la Cultura e il Turismo. In questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio assalto alla carovana da parte dei politici italiani che hanno svuotato le casse di questi due comparti per favorire altre pseudo priorità. I fondi del ministero dei beni culturali sono passati negli ultimi 5 anni da 1 miliardo e 649 milioni del 2008 a 579 milioni di euro del 2012 ovvero tre volte di meno. C’è stata una risalita nel  2014 con 1.595 milioni di euro contro i 1.547 programmati nel 2013. Un segno di speranza l’ ultimo stanziamento? No! Qui non è solo una questione di soldi anche se quest’ultimi sono fondamentali per la normale e corretta gestione delle attività connesse alla cultura. Il problema è organizzativo, di ruoli e di metodi. Il Premier aveva sbandierato la riforma delle soprintendenze, questo non si è verificato,  probabilmente perché questa istituzione indipendente gode di poteri troppo forti per poterla riorganizzare. E’ un’istituzione dal sangue blu fatta di cognomi noti e ricorrenti. Oggi, parte dei cittadini si chiedono dove vanno a finire tutti i soldi stanziati dallo stato per questo settore,  quali programmi d’intervento vengono fatti e dove possono essere consultati. Questi soldi vengono trasferiti alle soprintendenze regionali? Con quali criteri?  E quali attività vengono fatte sui territori? Tutte queste domande sorgono spontanee perché ovunque si vada in Italia si vedono e si trovano siti archeologici abbandonati, chiusi, mal gestiti, musei al limite della sopravvivenza e così via. Forse i nostri governanti non hanno capito che la cultura insieme al turismo, sono i due fulcri di questo paese, che potrebbero non dico portare ad una svolta ma per lo meno  far scendere il picco di disoccupazione che oggi ci attanaglia. Giovani e meno giovani, specializzati e laureati in settori umanistici sono abbandonati dallo stato. Questi  potrebbero contribuire al pil italiano gestendo centinaia di aree d’interesse pubblico,  degradate e non valorizzate. Troppe leggi e cavilli sul nostro patrimonio. Una blindatura mentale e personalistica dei soprintendenti che si sentono feudatari di un antico territorio non loro. Vanno assolutamente semplificate le norme per la gestione dei beni culturali e attuato un programma di riforma serio dell’organigramma ministeriale in modo da chiarire chi si occupa di ,  in che modo e soprattutto con quali strumenti.

Nel settore del turismo le cose non vanno meglio. A me non interessano le cifre di quante presenze ci sono state nel nostro paese. A me interessa come si sono trovati e che impressione hanno avuto i turisti dei nostri servizi e della nostra accoglienza. Se poi vogliamo per forza parlare di numeri scopriremo che l’Italia ormai è al IV posto dopo paesi come Francia, Germania e Inghilterra e la nostra tanto decantata “Capitale” è al VI posto dopo capitali come: Parigi, Berlino, Londra, Madrid e Istanbul. Tornando ai servizi, quelli pubblici fanno ridere e quelli privati cominciano ad  essere decadenti. L’esempio lampante è l’alta velocità. Da Roma a Milano ci si va con circa 2 ore e 55 minuti, se però un turista disgraziatamente vuole andare da Roma  a Siena o a Sorrento le ore sono sempre 3 ma il tragitto da percorrere è la metà.  Non parliamo poi di territori irraggiungibili come la Calabria e la Puglia. Vogliamo parlare del decoro e dell’accoglienza, sempre prendendo di riferimento la “Capitale”?  Fiumicino e la Stazione Ferroviaria di Termini sono in balia di abusivi, truffatori e di un caos generalizzato. I mezzi pubblici per lo spostamento nelle diverse aree della città sono allo stremo. Bus malandati stracarichi di persone e convogli metropolitani che passano  ogni 7 minuti. Il turista che arriva è spaesato, non sa a chi dare retta e come muoversi a meno che qualcuno non lo venga a prendere in loco. Quando parlo di servizi privati che si impoveriscono sempre più e non danno più la qualità che un turista si aspetta, mi riferisco a molti operatori privati del settore. Lo stato ormai ha messo in ginocchio le aziende. Tremila leggi,  mille tasse e centinaia di controlli ai soliti noti distruggono le strutture medio-piccole (ricettive e di ristorazione) che non sono più in grado di fare un piano di bilancio annuale nè di provvedere ad investimenti per innovazione e miglioramenti strutturali. Gli esempi qui si sprecano.  Il settore della balneazione è fermo ed immobile da quando l’Europa è uscita con la splendida idea della rimessa a bando delle concessioni (Bolkestein). Sempre per colpa dell’Europa la progressiva distruzione della figura della guida turistica e la lista potrebbe essere lunghissima se continuassi.

Bisogna assolutamente invertire la rotta, ma con una protesta forte che parta dall’elite culturale di questo paese, dai giovani, e dalle persone che ancora sono riuscite a mantenere la propria dignità e l’orgoglio nazionale. Purtroppo  il 70 % del popolo italiano ha subito le conseguenze di questa politica scellerata che in questi ultimi 30 anni ha trasformato  gli individui in celebrolesi da tv e pantofole.  Attraverso strumenti di distrazione di massa la politica è riuscita a inebetire questo popolo e solo un cataclisma ci potrà svegliare.”